Il sambuco

Nome scientifico: Sambucus nigra L.

Famiglia: Caprifoliacee.

Nome volgare: Sambuco comune o Sambuco nero. Possiede anche alcuni nomi popolari: Zammuco a Pescara, Zambuco a Brindisi e Ravenna, Sango a Verona,  Sambuc a Cuneo,  Sambugh a Forlì e Holler a Bolzano.

Etimologia: sembra che il nome trovi origine nel termine  greco sambike, uno strumento musicale simile al fluato che veniva realizzato con i rami del sambuco svuotati del midollo. Il nome scientifico nigra, nero, si riferisce al colore delle bacche.

Pianta sambuco

RICONOSCIMENTO

Portamento: arbusto o piccolo albero, caducifoglio, alto sino a 10 m è tipico del sottobosco, si riconosce per il fusto grigio e flessuoso, i rami giovani presentano lenticelle e midollo bianco.

Foglia: di color verde opaco, le foglie sono opposte e composte da 3-7 foglioline ovali acuminate, a margine dentato, e se stropicciate sono molto odorose.

Fiore: dalla buona fragranza e dal colore biancastro, i fiori sono ermafroditi, di forma regolare, piccoli, in infiorescenze a corimbo di 10-20 cm di diametro. Ai fini dell’utilizzo come pianta officinale i fiori si raccolgono generalmente da aprile a giugno.

Frutto: i frutti sono rappresentati da piccole bacche nere globose, raccolte in infruttescenze solitamente pendule. Ai fini dell’utilizzo come pianta officinale i frutti vengono raccolti ad agosto e settembre.

DISTRIBUZIONE

Habitat:  cresce spontaneo in boschi umidi, lungo i corsi d’acqua, colonizza terreni abbandonati e lo si trova spesso come siepe separatrice dei campi, pianta confinaria, lungo le strade di campagna e fra i ruderi.

Diffusione: è molto comune e a crescita rapida; è una specie frugale con grande adattabilità sia al terreno che alle condizioni climatiche tanto che spesso viene considerata una pianta infestante. E’ una pianta zoofila e il maggior apporto alla sua diffusione è dato dagli uccelli che ghiotti delle sue bacche contribuiscono a rilasciare i semi lontano dalla pianta d’origine.

Areale: ad eccezione delle estreme regioni settentrionali, il sambuco vegeta in tutto il continente europeo, dalla pianura fino a circa 1400 metri di altitudine.

PROPRIETA’

Le proprietà officinali del sambuco sono di tipo diuretico, aromatizzante, sudorifero, lassativo o purgante ed emolliente. Agiscono sul corpo fluidificando le secrezioni bronchiali, aprendo le prime vie respiratorie, regolarizzando il processo di sudorazione, drenando i liquidi corporei e ristabilendo le naturali difese dell’organismo, come descritto nella Disciplina dell’impiego negli integratori alimentari di sostanze e preparati vegetali del Ministero della Salute. Le parti della piante che vengono coinvolte sono la corteccia, i fiori, le foglie e i frutti.

USI

Impiego terapeutico: in generale il sambuco viene somministrato sottoforma di tisane e infusi come emolliente, sudorifero, antireumatico. In particolare con le foglie, raccolte in estate e fatte seccare all’ombra, si prepara il decotto; questo svolge un’azione lassativa e la sua applicazione esterna, a livello locale, è consigliabile in caso di irritazioni cutanee (Pomini, 1959). Gli infusi di fiori sono segnalati a livello italiano per avere numerose proprietà medicamentose, in particolare facilitano la sudorazione e la secrezione del latte. Si consiglia di bere l’infuso 2 volte al giorno in caso di cistiti, problemi alle vie urinarie e presenza di catarro a livello bronchiale (Da Legnano, 1973). I fiori vengono utilizzati anche per impacchi e bagni per le emorroidi.

Impiego alimentare: un’ottima marmellata vien fatta con le bacche, eduli soltanto dopo averle cotte, da consumarsi in quantità moderata a causa delle sue proprietà lassative. Dai fiori è possibile ricavare uno sciroppo che viene poi diluito con l’acqua; ciò che ne esce è una bevanda dissetante molto diffusa in Tirolo e nei paesi nordici, in particolare viene impiegato nella preparazione del cocktail da aperitivo Hugo. Sempre con i fiori freschi vengono realizzati dolci e il noto pane col sambuco.

Impiego manuale: il legno che proviene dalla parte basale del fusto è duro e pesante, adatto per lavori di tornitura, per oggetti da cucina e come combustibile; al contrario il legno della parte superiore e dei rami è tenero e poco durevole e trova poche applicazioni pratiche.

TOSSICITA’

La pianta è tossica in tutte le sue parti a causa della presenza di cianuro e vari alcaloidi. Fiori e bacche mature, ma non i semi che contengono, ne sono l’eccezione. In generale è quindi da evitare l’impiego di corteccia fresca e bacche acerbe, anche se non possiedono un’alta tossicità, mentre nella preparazione della famosa marmellata, la cottura delle bacche fa sì che i composti tossici si volatilizzino.

CURIOSITA’

Leggenda vuole che il legno di scope e bacchette magiche di streghe e maghi fosse di sambuco. Come la bacchetta magica di Albus Silente nella saga di Harry Potter. Rappresenta il legno più famoso di storie fantastiche e credenze popolari; il flauto magico e incantatore delle favole, il cui suono vanificava ogni sortilegio, ne è un esempio.

SPECIE SIMILI

In montagna esiste un altro sambuco con le drupe di color rosso, il sambuco rosso, Sambucus racemosa. Esiste anche una specie erbacea di sambuco, il Sambucus ebulus.

N.B. Le applicazioni farmaceutiche sono qui indicate a mero scopo informativo, pertanto si declina ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo medicinale, estetico o alimentare.

Penna di Benedetta Perissi

Fonti: Sabatini A., Groppi M., Il sambuco. Segreti e virtù di una pianta antica; Annulli. Vaghi F., [1996] Le cure di Sant’Ildegarda, Demetra.

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