PHAN XI PĂNG, il tetto del Vietnam

12 Agosto 2015

Dei monti narrerò e del gentile popolo vietnamita. La mia storia inizia con un lungo viaggio da Hanoi a Muong Lo, attraverso una strada di piantagioni da té e di favolose soste a casa di sconosciuti soliti accogliere i viaggiatori per qualsivoglia necessità, con pranzo in vetta a monti sperduti, di cui non ricordo neppure il nome.

Destinazione palafitta del Signor Binh, un simpatico vecchietto con il tipico cappellino di paglia e la canna di bambù con le ceste alle estremità, indefesso lavoratore, padre di molti figli e generoso ospite che ci dà il benvenuto con il suo miglior cocktail: un infuso di foglie della foresta. E’ qui che trascorreremo la notte, con altri viandanti.

Il villaggio è abitato dai Thai bianchi, la prima minoranza etnica con cui facciamo amicizia. Un luogo pacifico e rilassante, dove si può lasciare incustodito il proprio bagaglio perché rubare non è contemplato.

Perdersi in un verde sconfinato incontrando bellissime signore dai denti neri, dipinti con coloranti naturali, segno di grande eleganza da queste parti; incuriosite e intimidite, mai si negano per una foto o due chiacchiere.

13 Agosto 2015

Al mattino la sveglia è alle prime luci dell’alba, grazie a un megafono spiegato che informa la popolazione di tutte le novità della comunità, da fatti politici a pettegolezzi.

A mattinata inoltrata raggiungiamo Tu Le e la scenografia cambia completamente: adesso predominano i terrazzamenti e con un ombrello per difenderci dal sole infuocato inizia il nostro trekking in mezzo alle risaie.

Continuiamo a salire, oltrepassando Khau Pha (1550 metri) fino a raiungere Mu Cang Chai, stavolta diretti alla palafitta del Signor Don, un muong sposato con una thai, rarissima ed emozionante eccezione.

Amabili mercati di frutti del dragone e puzzolenti durian allietano il nostro pomeriggio, turbato solo da scoperte culinarie più difficili da digerire, in ogni senso…

Dopo lo sbraco in amaca, sauna delle 27 erbe del bosco raccolte dalle vecchie, un’autentica spa in tinozze di legno, con tanto di bagno turco home made. Sontuosa cena di circa 20 involtini deliziosi e di corsa a letto sotto le stelle.

14 Agosto 2015

Eccoci: Phan Xi Păng: 3143 m di altitudine, la montagna più alta del Vietnam ironicamente chiamata “anche il cavallo è stanco”, quasi in Laos.

Abbiamo scollinato il passo avvolti nella nebbia, fermandoci a Y Linh Ho. Ho regalato penne e quaderni ai bambini della scuola. Loro, che ogni giorno percorrono 5 km a piedi da soli per arrivarci.

In gran silenzio sopporto il mal di pancia, perché ho bevuto il caffè all’uovo crudo e assaggiato il sangue rappreso e lo rifarei, perché non posso proprio rinunciare a provare nuovi cibi.

15 Agosto 2015

Se a Sa Pa godiamo del mercato delle minoranze etniche, dove incontriamo i Thai, gli H’Mong e i Lai rossi con il loro mercato dell’amore e l’usanza di tradire i mariti purché il pretendente si presenti all’uscio con una bottiglia di vino e una gallina, un fugace rientro ad Hanoi è fondamentale: non è Vietnam

senza il Mausoleo di Ho Chi Minh e torno al vinile di mio padre e a quelle note antiche che ancora oggi non riesco a cantare senza che la commozione mi strozzi la voce.

16 Agosto 2015

Villaggi di tè, bambù e manioca ci conducono all’ ultima palafitta, quella del Signor Cuong a Mai Chau, altro villaggio Thai. E questa volta siamo soli insieme a un cane zoppo con cui Luca ha parlato ore prima di inerpicarci nella jungla delle montagne sacre di Pu Poc. Scalarle con fatica ha significato maledirsi per tutto il tempo e strizzare gli asciugamani gonfi di sudore – e grazie per il tè nero offertoci da un contadino incontrato per caso – ma soprattutto in cima esplodere di gioia su un’altalena, correre in bicicletta nelle risaie, darsi allo shopping, gustare il miglior maiale fritto e assaporare danze speciali e vino di Can, mentre Luca insegna il cha cha cha alle giovani danzatrici.

E la notte dormire cullati dallo scroscio del vicino corso d’acqua.

13° 17′ 25.45″ N – 108° 25′ 35.44″ E

Penna e scatti di Eva Agostinelli

La colonna sonora per esplorare questi luoghi?

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