Chorus 1 – Tormenta y Pasión
Come ogni gestazione, 9 mesi. Il Trip Tap dei Trip Tap, fatto di altrettanti viaggi culturali, professionali, di svago o una mezlca de los tres.
La mia vita si può dire che è suddivisa in due parti: prima e dopo la Formazione Professionale di Tap Dance alla Escola Luthier di Barcellona.
Ero già vecchiottella, ma a ripensarci adesso ricordo una tenera pischella di 37 anni, più terrorizzata che felice e ben attenta a tenerlo nascosto.
Madre mia, all’ inizio non ci capivo nulla: lo spagnolo pensavo di saperlo almeno un pochetto, l’ inglese pure… sì, per le chiacchiere da grullaia, ma stai in classe 4 ore al giorno, dove si parla di concetti… manco le battute di spirito e men che meno quelle musicali! Scomoda finanche a me stessa.
E rimanga agli atti che il mio adorato trecillo de negras, la quarter note triplet, per me è stata per almeno 2 mesi “quarter NO triplet”!



Vivevo nel Raval duro e puro e ho partecipato alle manifestazioni di quartiere, Raval es mi barrio;e il volontariato al gattile. I migliori compis de mi vida. Li avevo conosciuti in estate al Tap On, il Festival di Barcellona, quando ricevetti, durante il Galà, la borsa di studio per la formazione. Perciò ad ottobre mi sembrò di tornare a casa.
A scuola mi recavo a piedi, finché non comprai una mitica Graziellina rossa da Fabio e allora cominciai l’ avventura ciclo-tap dancer, sfrecciando tra i colori brillanti di Gaudì, il vero ispiratore della mia epoca blu: da allora porto quel ciuffo dalle multiformi sfumature.
Ben presto trovai una compare, subito sorella. Il Gatto e la Volpe. Sabati mattina di studio nella scuola semi-deserta, non paghe delle 20 ore settimanali più gli infiniti extra, compreso il corso di spagnolo.
Tutte le sere a trascrivere ogni esercizio, ogni lezione, mai un’ assenza, ma ci sembrava di non fare niente. Perfino i giudizi dei professori a fine trimestre citavano l’ una nell’ altra e viceversa. E se io non c’ero, decideva lei per me.






Cotillones, pomeriggi di coccole al cioccolato con nata, bagni in mare. Laia, nuestra querida profesora, ci chiamava marujas, a Firenze diremmo le ciane!
I drammi dei pull back sono decisamente inferiori al trauma dello stomp, che mi resi conto solo allora di non saper fare. Durante un’ indimenticabile lezione di tecnica, il maestro Guillem Alonso, direttore della scuola, mi fermò più volte dicendo con la sua dolcezza infinita “no”. E non capivo nemmeno cosa non facevo correttamente. Imparai che battere heel e toe all’ unisono è aprirsi ad inesplorate profondità, più scoscese di un dirupo, più profonde degli abissi.
Poi arrivò dicembre e il giorno della prima esibizione: il Soft Shoe di Honi Coles, una delle coreografie standard che più amo: grazia, eleganza, storia. Il mio obiettivo era ballare in prima fila e lo raggiunsi. La Volpe accanto a me, naturalmente.
Di esibizioni ce ne sono state tante… Saggi, eventi per la strada, in teatro, il Claqué al Carrer o al cartoccio, come diceva Michela! Quante risate… ma anche momenti cupi, difficili, di frustrazione, e scoramento.
La partecipazione allo spettacolo della compagnia di Sharon Lavi mi ha dannato l’ anima per mesi, ma la gioia finale non si racconta. Mi capitava di fermarmi a lezione, non ci stavo dietro. Ma anche in quell’ occasione vinsi l’ouverture, a colpi di studio dilaniante compas per compas. Tentando la fuga più volte. Sharon parlò chiaro: non posso aiutarti, non arrenderti e lavora. Parole sante.
Una volta per davvero sono fuggita, non ho affrontato la prima jam con i musicisti in quella meraviglia pittoresca che è Gràcia e poi mi mancava Luca. Mi rifeci la volta successiva, col terrore nelle gambe e i mostri del mio cervello.
Non mi sono risparmiata in niente: figuracce, flessioni del temibile Rubén Sánchez a ogni passo fuori tempo, contratture, piedi insanguinati e notti brave al Cangrejo, tapas, tabacco e le jam della domenica alla Ciutadella.
In un click di tacchi: Tormenta y Pasión, quel che dissi ad una compagna di classe francese completando la frase del suo progetto fotografico Para mi el claqué es.
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Storia e CuriosiTAP? TAP DANCE HISTORY | Tap Dance Firenze (evaagostinellitapdance.com)
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Penna e scatti di Eva Agostinelli
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